
Quando si pensa alla Colombia purtroppo il primo pensiero che salta alla mente è il suo passato oscuro legato al narcotraffico e alla presenza di Pablo Escobar.
E’ un’etichetta che difficilmente riuscirà a staccarsi da dosso, così come la sua fama di paese pericoloso e violento.
Prima di partire alla volta delle mie due settimane in Colombia più volte mi sono sentita ripetere di ripensarci, con tutti i paesi che ci sono al mondo perché sarei dovuta andare proprio lì?
Beh penso che questa sia stata l’ennesima dimostrazione che non si deve dar troppo peso ai pregiudizi e bisogna giudicare solamente sulla base delle proprie esperienze.
E’ vero che stiamo parlando di Sud America, una realtà completamente diversa da quella a cui siamo abituati in Europa. Occorre sempre tenere gli occhi aperti e mantenere le giuste precauzioni, ma al pari di qualsiasi altro paese.
A questo riguardo voglio parlarvi di una città in particolare, Medellin,e di uno dei suo celebri quartieri, la Comuna 13, tappa a mio parere obbligatoria nel caso viaggiaste in Colombia.
Indice
Breve storia della Comuna
Fino al non lontano 2009 il quartiere di “San Javier“, più comunemente conosciuto come Comuna 13, era considerato uno dei quartieri più pericolosi del mondo, una sorta di repubblica indipendente dominata dal crimine e dalla violenza.
Sembra quasi impensabile che poco più di 10 anni dopo si sia trasformato in un simbolo di rinascita ed emancipazione.
Così come le altre 15 Comune che compongono la città di Medellin, la Comuna 13 si è formata in seguito al movimento massivo di migliaia di contadini obbligati ad abbandonare le loro terre, cacciati da gruppi armati illegali.
La totale assenza di un piano urbanistico, le numerose case arroccate sulle colline, le vie strette e tortuose ed i numerosi punti panoramici la rendeva un punto molto strategico e molto facile da controllare.
Fu cosi che negli anni ’80 Pablo Escobar, a capo del cartello di Medellin, vide tra la povertà e l’assenza di opportunità un’occasione per coltivare la cultura del denaro facile della droga e della cocaina.
La Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) prese il dominio della Comuna, impegnandosi a costruire edifici in cambio di cibo e di rifugio ed in cambio della presa in consegna nei loro ranghi di un figlio per ogni famiglia.
Purtroppo la popolazione non aveva alcuna possibilità di scelta e in questo clima di terrore si sono susseguiti anni di violenza ed omicidi a tal punto che nemmeno i servizi pubblici si azzardavano a raggiungere la Comuna.
Vi era una sorta di confine invisibile che la isolava dal resto della città e chi superava questa linea rischiava addirittura la morte.
Dopo la morte di Pablo Escobar nel 1993, si sono susseguiti diversi movimenti che hanno contribuito a cambiare le sorti del quartiere di San Javier.
Il più violento intervento militare prende il nome di “Operazione Orione”. Per ben 3 giorni, il 16 ottobre 2002, circa 4000 uomini dell’esercito e della polizia blindarono la Comuna per affrontare le bande militari e cercare di porre fine una volta per tutte alla violenza del quartiere.
La conseguenza più grande sono stati i centinaia di desaparecidos dell’operazione, molti dei quali sono stati seppelliti in una discarica sulle colline circostanti.
Il 2011 è considerato l’anno della svolta. La costruzione delle scale mobili (le più grandi al mondo), rappresenta finalmente la fine di quei confini invisibili, permettendo alla popolazione di poter raggiungere facilmente il centro della città.
Pensate che fino a quel momento “Las Independencias”(il quartiere in cui sono state costruite “las escaleras electricas“) era collegato al centro di Medellin solo da 350 ripidi gradini, ora rimpiazzati da ben 6 trami di scale mobili.

La Comuna 13 oggi
Se qualcuno di voi come me è appassionato di musica reggaeton sicuramente saprà che la maggior parte degli artisti del genere è originario della città di Medellin, e numerosi video musicali sono ambientati proprio all’interno della Comuna 13.
Quali? “El Perdon” di Enrique Iglesias o “11 pm “di Maluma per esempio.
Durante gli ultimi anni il governo ha invertito in numerosi programmi sociali, come l’istruzione gratuita e la costruzione di biblioteche e centri culturali, così come nella costruzione di infrastrutture tra cui la metropolitana e la funicolare.
La Comuna 13 oggi è simbolo di rinascita e di speranza, in cui i giovani hanno incontrato la forma di fuggire dalla violenza tramite l’arte, la danza e la musica.
La musica riempie le strade della Comuna, dove numerosi artisti di strada improvvisano balli e piccoli concerti.
I muri delle case sono interamente coperti da graffiti, ognuno dei quali racconta una storia. Sono storie di denuncia sociale e di trasformazione, realizzati da coloro che hanno utilizzato l’arte per voltare pagina.
Dovete sapere che i graffiti vengono dipinti una sola volta. Nel momento in cui iniziano a perdere colore, gli artisti li ricoprono con nuovi dipinti. E’ quindi possibile che al vostro arrivo possiate trovarne di nuovi rispetto a quelli che avevate magari adocchiato su Internet.
Visitare la Comuna soli o con un tour?
Nonostante molte persone decidano di visitare autonomamente la Comuna 13, forse nel tentativo di vivere un’ esperienza più autentica e meno commerciale, io consiglio vivamente di partecipare ad un free tour.
Le guide infatti sono tutte originarie della Comuna, i loro racconti si basano su avvenimenti reali vissuti sulla propria pelle fino a non molti anni fa. Grazie a loro capirete anche il significato che si nasconde dietro ad ogni graffito, avendo l’opportunità di osservare anche quelli più nascosti.
Io ho riservato il tour su http://www.guruwalk.com, l’agenzia si chiama “Aic Tour“, e devo dire che mi sono trovata benissimo!
La mia guida si chiamava Yohnatan, aveva poco più di 20 anni e con la sua esuberanza e simpatia è riuscito a coinvolgere il gruppo farcendoci immergere nel suo passato duro e tormentato. E’ stata un’ esperienza molto toccante, forse una delle più indelebili del mio viaggio in Colombia.
IMPORTANTE: Se prenderete parte a un free tour, con il vostro contributo sosterrete lo sviluppo e aiuterete gli abitanti della Comuna!
Potete contribuire alla ricostruzione del quartiere anche acquistando prodotti locali, come cartoline, calamite o magari degli ottimi succhi di frutta fresca.
Ricordo ancora una signora molto anziana che provò a vendermi dolcetti di cioccolato; nonostante il clima caldo e il sole cocente non fossero l’ideale per dei cioccolatini, non ho resistito a lasciare il mio piccolo ma significativo contributo.
Sicurezza
E ’sicuro passeggiare nella Comuna 13 da soli?
Per prima cosa bisogna pensare che in questo quartiere vivono la bellezza di 160.000 persone. Come ogni grande città ci sono zone più e meno pericolose ed è sempre opportuno tenere gli occhi aperti e non lasciare in bella vista oggetti di valore.
Nel caso decideste di visitare la Comuna 13 da soli è consigliabile restare nella zona circostante le scale mobili, qui non avrete nessun tipo di problema. Questa è anche la parte che generalmente viene mostrata nei tour, quella più turistica e che si è evoluta grazie ai progetti sociali.
Come raggiungere la Comuna 13
Se vi trovate nel centro di Medellin potrete facilmente raggiungere la Comuna 13 in metropolitana scendendo alla fermata “San Javier“, il capolinea della linea B (linea arancione) .
A questo punto potrete scegliere se proseguire a piedi per circa una ventina di minuti o optare per l’autobus 225, che troverete proprio di fronte all’uscita della metropolitana.
La metropolitana di Medellin è un esempio di efficienza e pulizia, di gran lunga superiore allo standard a cui siamo abituati in Europa, a cui i cittadini tengono molto. Ricordo di essere stata ripresa da un poliziotto perché avevo tirato fuori dalla borsa un panino. In metro è vietato mangiare per non rischiare di sporcare!
Il Tour della Comuna 13 per quanto mi riguarda è stato fondamentale durante il mio soggiorno a Medellin.
Nonostante ciò mi è dispiaciuto notare che numerosi amici locali (che sono stati il motivo vero e proprio del mio viaggio in Colombia) pur vivendo in città non sono mai voluti andare a visitarla. E’ come se la popolazione tendesse a voler mostrare solo il “bello”, come ad esempio la modernità che ha acquisito al giorno d’oggi il centro della città e si volesse distaccare da quel passato oscuro che li ha accompagnati per anni.

Se state pensando di organizzare un viaggio in Colombia, date un’occhiata anche al mio articolo su “Casa en el Agua”, l’ostello galleggiante nei Caraibi colombiani!
A presto!