
Il mio amore per la Turchia è nato nel dicembre del 2018 durante la mia prima vacanza ad Istanbul. Prima di partire non sapevo a cosa sarei andata incontro, si sentono tanti, forse troppi pregiudizi su questo paese ed è inevitabile farsi condizionare. Sarà che forse le mie aspettative non erano troppo alte, ma ho trovato davanti ai miei occhi una città unica, piena di storia e tradizione ed un popolo incredibilmente ospitale; insomma tutto l’opposto di ciò che mi ero immaginata fino a quel momento.
Solitamente non amo ripetere le mete dei miei viaggi, ma in questo caso era doveroso fare un’eccezione! Solo pochi mesi dopo ho deciso di tornare ad Istanbul una seconda volta, combinandola però anche con un paio di giorni in Cappadocia, con la scusa di festeggiare il mio 30esimo compleanno in mongolfiera!!!
Con i suoi paesaggi fiabeschi la Cappadocia sembra quasi irreale, avevo provato a immaginarla più e più volte, ma nulla era lontanamente simile alla realtà. Le sue vallate, con i suoi pinnacoli e i suoi villaggi rupestri, hanno reso questo viaggio unico ed indimenticabile.
Goreme mi ha totalmente stregata. Pur essendo la cittadina più grande della regione, e quindi forse la più turistica, è un museo a cielo aperto, in cui è possibile osservare Camini delle Fate tutt’ora abitati: alcuni sono ristoranti, altri hotel ed altri ancora tipici bazar, come quelli di tappeti o delle colorate lampade turche.
Vi lascio quindi a continuazione il mio itinerario di 4 giorni in Cappadocia, sperando possa esservi d’aiuto se state pensando di pianificare un viaggio in questa splendida regione.
Indice
Come raggiungere la Cappadocia
Purtroppo per chi arriva dall’Italia non esiste nessun volo diretto per la Cappadocia, ma sarà necessario fare scalo a Istanbul nel nuovo aeroporto (IST), o in quello di Sabina Gokcen (SAW).
La Cappadocia è servita da ben due aeroporti, quello di Kayseri (ASR) e quello di Nevsheir (NAV). Il primo è più organizzato in quanto a frequenze di voli, ma il secondo è senza dubbio più comodo (solo 40 km da Goreme). Dal momento che avrei soggiornato a Goreme, ho optato per Nevsheir.
Alloggiare a Goreme o a Uchisar?
Goreme e Uchisar sono le due cittadine più caratteristiche della regione e prima di partire sono stata a lungo indecisa su quale delle due scegliere come base durante il mio soggiorno in Cappadocia.
La mia scelta è ricaduta su Goreme e mi sento di consigliarvela totalmente!
Oltre a trovarsi in una posizione strategica per la maggior parte delle escursioni, è un centro vivo, pieno di ristorantini sfiziosi e negozi caratteristici, ideale per una bella passeggiatina serale dopo essersi abbuffati di specialità turche!
Visitare la Cappadocia da soli o con un tour organizzato?
Credo che ogni opzione abbia i propri pro e contro.
Nel caso decideste di muovervi autonomamente affittando ad esempio uno scooter o una macchina, avrete dalla vostra il fatto di non dover dipendere da schemi ed orari, potendovi soffermare ad ammirare gli splendidi paesaggi senza alcuna pressione.
Nel caso dei tour organizzati potete contare su guide molto preparate che vi daranno informazioni sull’origine delle diverse vallate, vi racconteranno aneddoti interessanti e saranno pronte a rispondere ad ogni vostra domanda.
Credo sia errato dire che una opzione sia migliore dell’altra. Nel mio caso ho preferito affidarmi a delle guide semplicemente perché da sola non sarei riuscita ad apprezzare a pieno ciò che avevo davanti ai miei occhi. Mi sarei limitata a pensare: “che posti meravigliosi” senza poter andare a fondo.
Oltre alle varie escursioni private organizzati dagli hotel, avrete a disposizione 2 tipi di tour:
TOUR VERDE: Punto panoramico di Goreme, Valle di Ilhara, Monastero di Selime, Pidgeon Valley, città sotterranea di Derinkuyu.
TOUR ROSSO: Castello di Uchisar, Goreme Open Air Museum, Imagination Valley, Pasabag, Avanos.
Itinerario di 4 giorni
Giorno 1
Io e il mio compagno siamo partiti da Milano Malpensa all’ora di pranzo, con la compagnia Turkish Airlines . Dopo uno scalo di un paio d’ore a Istanbul abbiamo raggiunto Goreme in serata, avendo solamente il tempo di sistemare i bagagli in hotel e fare due passi in centro alla ricerca di un ristorantino sfizioso dove poter assaporare la nostra prima cena turca.
Durante i miei 4 giorni in Cappadocia ho soggiornato all’Apex Cave Suite Hotel e devo dire che il rapporto qualità prezzo è ottimo. La posizione è centrale ed i prezzi accessibili, con sistemazioni tradizionali scavate nella roccia. Al secondo piano dispone inoltre di un’ampia terrazza dove la mattina viene servita la colazione, e dalla quale è possibile godere a pieno dello spettacolo delle mongolfiere all’alba e al tramonto.

Per quanto riguarda la cena, vi consiglio il ristorante “Soffy’s Kitchen”. Trovato quasi per caso mi sono lasciata incuriosire dal fatto che si cenasse per terra seduti su ampi tappeti e comodi cuscini, in totale stile turco. La qualità del cibo era ottima, così come la gentilezza del personale, tanto da esserci tornata poi una seconda volta, il terzo giorno.
Giorno 2
Il secondo giorno la sveglia è suonata molto presto, alle 4 per l’esattezza, ma per una buona causa… stavo finalmente realizzando il mio sogno di vedere l’alba da una mongolfiera. Abbiamo deciso di riservare l’escursione proprio il primo giorno dal momento che le condizioni meteo devono essere ottimali per poter realizzarla, avendo quindi la possibilità di poterla posticipare in caso di vento, e abbiamo avuto una gran fortuna!! Il giorno successivo infatti, non ne abbiamo avvistato nemmeno una!!
Il pulmino ci è venuto a recuperare alle 4 e 30 circa in hotel e ci ha condotto nella Rose Valley, il punto di partenza da cui poco prima del sorgere del sole le mongolfiere si innalzano nel cielo fino a disperdersi tra i colori dell’alba.
Il giro è durato più o meno un’ora e una volta a terra ci è stato servito un bicchiere di champagne e ci sono state consegnate alcune foto scattate poco prima della partenza oltre a un simpatico certificato di volo.
Noi avevamo acquistato i biglietti un paio di mesi prima (visto il numero limitato avrebbero potuto esaurirsi) e ci siamo affidati all’agenzia Voyagers Balloons (http://www.voyagersballoons.com)
Se volete saperne di più sulla mia esperienza in mongolfiera, date un’occhiata all’articolo “Sorvolare i cieli della Cappadocia in mongolfiera“.
Siamo poi ritornati in hotel giusto in tempo per la colazione in terrazza, io ero ancora troppo emozionata e non potevo fare a meno di riguardare le miriadi di foto che avevo scattato, felicissima ma allo stesso tempo triste che fosse già tutto finito.
Verso le 9.30 circa, in compagnia di una guida e di altri ragazzi abbiamo poi iniziato il “Red Tour“.
Prima tappa è stata il “Goreme Open Air Museum“, con le sue quasi 500 chiese di origine preistorica scavate nella pietra di tufo e delle quali si possono apprezzare ancora numerosi dipinti. Patrimonio dell’Unesco dal 1985 è sicuramente una tappa imperdibile durante il vostro soggiorno in Cappadocia. Per quanto mi riguarda sono contenta di essere stata seguita da una guida, che mi ha permesso di comprendere a fondo ciò che avevo davanti ai miei occhi.
Abbiamo proseguito poi alla volta della “Devrent Valley” conosciuta anche come “Valle dell’Immaginazione”. Deve il suo nome al fatto che osservando attentamente le sue rocce e scatenando la fantasia, è possibile riconoscere alcuni animali e altre forme buffe. Ricordo ad esempio la roccia che ricordava un dromedario seduto, quella simile al cappello di Napoleone, e ancora quella che rimanda a due figure che si baciano. Il panorama è mozzafiato a tal punto da sembrare quasi un paesaggio lunare.
La tappa successiva è stata poi “Pasabag”, detta anche “Monks Valley”, luogo ideale per osservare i famosi “Camini delle Fate“, formazioni rocciose che possono raggiungere anche i 40 metri d altezza e con la classica forma conica sormontata da una specie di cappello.

Abbiamo concluso il tour con la vista sulla “Love Valley”, sicuramente la più bizzarra tra le numerose vallate, con i suoi giganteschi camini della fate che si innalzano verso l’alto ricordando forme falliche.


Giunti in hotel, eravamo stremati ma non abbastanza per perderci il tramonto a Goreme.
A pochi passi dal centro, dopo una breve salita, potete raggiungere facilmente il “Sunset Point”. Impossibile non trovarlo, dal momento che è individuabile da tutta Goreme, esattamente sotto la grande bandiera della Turchia che domina la città.
Giorno 3
La sveglia è suonata di nuovo molto presto, non volevamo assolutamente perderci lo spettacolo delle mongolfiere all’alba dalla terrazza dell’hotel.
Purtroppo a causa del vento non ne abbiamo avvistato nemmeno una (che fortuna avevamo avuto il giorno prima), ma il panorama era comunque molto suggestivo.

E’ stata poi la volta del “Green tour“, pronti per esplorare la parte più a sud della Cappadocia.
La guida ci ha lasciato inizialmente in un punto panoramico nei pressi della località di Cavusin. Caratteristici sono gli alberi della fortuna, sui cui rami sono appesi nastrini colorati e i cosiddetti occhi di Allah( Amuleti per combattere il malocchio).
Seconda tappa è stato il Monastero di Selime. Il monastero è interamente scolpito nella roccia e si racconta che in passato era in grado di ospitare fino a 5000 persone. E’ possibile camminare tra i suoi cunicoli percorrendo stretti corridoi, ne vale veramente la pena!
Abbiamo proseguito in direzione della “Ilhara Valley, dove ci attendeva un trekking di circa 4 km. La valle non è altro che un canyon di circa 20 km e lo si può percorrere attraverso un sentiero che costeggia il ruscello. La camminata è piuttosto semplice e piacevole, dal momento che si è interamente immersi nel verde. Purtroppo il meteo non era dalla nostra parte e le nuvole si alternavano a momenti di pioggia, ma è stata comunque una bella esperienza.
Il pranzo ci è stato servito accanto a un corso d’acqua in una zona molto caratteristica, con capanne in legno proprio al di sopra dei ruscelli, ed è possibile mangiare su palafitte con cuscini. Sarei rimasta più tempo a rilassarmi in questo angolo di verde , ma dovevamo proseguire alla volta della città sotterranea di Derinkuyu.
Derinkuyu è la più grande tra le circa 200 città sotterranee ritrovate in Turchia e fu scoperta quasi per caso nel 1969, quando un abitante locale durante le opere di ristrutturazione della sua casa scovò l’ingresso ad un labirinto di tunnel.
Dichiarato Patrimonio dell’Unesco, non era una città nel vero senso della parola, ma più che altro una sorta di rifugio in caso di invasioni.
Se soffrite di claustrofobia non è il luogo adatto a voi, dal momento che si scende per ben 11 livelli fino a raggiungere una profondità di 85 metri. La guida ci ha aiutato a riconoscere le varie zone, come ad esempio le stanze, le cappelle o le cantine, assurdo pensare come potesse essere ai tempi la vita a tale profondità.
Assieme alla città sotterranea di Kaymakli, che purtroppo non ho avuto modo di visitare, Derinkuyu merita sicuramente una sosta durante il vostro soggiorno in Cappadocia!
Dopo una breve tappa in un punto panoramico che sovrastava la “Pidgeon Valley” abbiamo poi concluso la giornata con la visita a una fabbrica di pietre preziose.
Stanchi ma appagati abbiamo recuperato le forze con una bella cena in stile turco nel ristorante “Turkish Ravioli”. Il piatto tipico sono appunto i ravioli turchi, nulla a che vedere con con quello a cui siamo abituati in Italia!
Immersi in una salsa a base di yoghurt, l’aspetto non è dei più invitanti ma il sapore ottimo! Da provare!!

Giorno 4
Il quarto e ultimo (purtroppo) giorno, abbiamo iniziato la giornata salendo nuovamente al “Goreme Sunset Point” ad ammirare l alba. Questa volta siamo stati più fortunati, le mongolfiere erano numerosissime! Mi sentivo così felice che non volevo nemmeno pensare che quello sarebbe stato l’ultimo giorno.
Abbiamo poi deciso di contrattare un tour di 2 ore in quad presso il nostro Hotel. In realtà tutte le agenzie della zona propongono più o meno lo stesso tipo di tour e il prezzo si aggira attorno ai 35 Euro a persona.
Abbiamo attraversato il villaggio di Cavusin, per poi perderci nella “Rose Valley“, “la Red Valley” e la “Pidgeon Valley”, in compagnia di una simpatica guida che ci ha fatto avventurare per sentieri impervi. Nel complesso è stata un’escursione molto divertente, e un’ottima opportunità per osservare da vicino le diverse vallate.

Nel pomeriggio abbiamo deciso di visitare autonomamente il villaggio di Uchisar, con un trekking che da Goreme percorre la “Pidgeon Valley“. Quest’ultima deve il suo nome ai numerosi nidi per piccioni che sono stati scavati nel tufo dall’uomo. Sono circa 4.5 km ed è percorribile in un ora e mezza circa.
La sensazione di passeggiare soli in mezzo a quelle rocce è stata impagabile, a tratti pensavamo di esserci persi, ma ad indicarci il cammino erano i piccoli chioschetti che servivano gustosissimi succhi di melograno.
Attrazione principale di Uchisar è senza dubbio il suo castello, utilizzato per secoli dai suoi abitanti come rifugio per sfuggire agli attacchi militari. Interamente scolpito nella pietra, è un ottimo punto panoramico per osservare il tramonto, con la sua vista a 360° sul territorio circostante.
Castello di Uchisar Vista dal castello di Uchisar

Per l’ultima cena in Cappadocia abbiamo deciso di ritornare da “Soffy’s kitchen”. Ero rimasta cosi entusiasta la prima sera che mi sembrava un ottimo modo per concludere la vacanza.
Spero che il mio itinerario di 4 giorni in Cappadocia possa esservi utile, fatemi sapere cosa ne pensate!!